Viaggio alla Masseria di Cisliano – La doppia faccia dell’ex ristorante

Introduzione

All’IIS Alessandrini di Vittuone, alla fine di Marzo, i ragazzi del triennio hanno avuto la possibilità di andare a visitare e collaborare al restauro de “La Masseria” di Cisliano, dove hanno parlato anche con un profugo, Takyu, che ha raccontato la sua commovente vita. Questa attività ha fatto capire a molti studenti l’importanza dell’organizzazione e dell’ordine, per quanto riguarda il lavoro di restauro svolto in gruppi, mentre la storia di Takyu, ha fatto riflettere sulla fortuna che abbiamo ad essere nati in un paese come l’Italia e quanto sono belle le piccole cose alle quali siamo oramai abituati.

Storia

La Masseria in passato era un ristorante pizzeria in mano al clan ‘ndranghetista Valle-Lampada. Proprio tra le mura in cui sono stati accolti gli alunni, vicino al salone da pranzo, si riunivano i mafiosi per organizzare le loro attività illecite e negli scantinati, caratterizzati dalla presenza di impianti insonorizzanti, avvenivano torture e maltrattamenti sulle povere vittime del sistema mafioso. Nel 2010 la struttura venne sequestrata al clan, dopo l’arresto avvenuto durante un blitz notturno; fu definitivamente confiscata solo il 13 Ottobre del 2014 In tale data iniziano anche numerosi atti vandalici: rimozione delle cancellate e delle tegole dal tetto, distruzione degli impianti, allagamento degli appartamenti e altri numerosi danni, per un ammontare di circa mezzo milione di euro. Il messaggio della mafia è chiaro: “Se non l’avremo noi, non l’avrà nessuno”, ma così non fu perchè dei volontari si misero a presidiare la struttura giorno e notte, impedendo ulteriori danni e riuscendo a ottenere velocemente il permesso di rendere disponibile il bene alla comunità di Cisliano.

Ora l’impegno prosegue, perché questo bene comune possa essere finalmente riutilizzato per scopi sociali.

Si dice che più la statua di Cristo è grossa, più il boss mafioso è potente
La statua della masseria non era di certo piccola

Giornata

Durante la mattinata abbiamo visitato la Masseria e ne abbiamo scoperto la storia, successivamente abbiamo ascoltato la testimonianza di Takyu, un profugo che è scappato dalla guerra per trovare la libertà, e dopo mille fatiche è riuscito a trovare un lavoro; ma dopo un breve ritorno in patria, una malattia l’ha duramente colpito, impedendogli di andare avanti a lavorare, ma lui non si è arreso e continua ad aiutare alla Masseria e a raccontare la sua storia, come insegnamento ed esempio a tutti i ragazzi che incontra.

Verso mezzogiorno siamo andati a visitare una mostra contro la violenza sulle donne, la “mostra” è una serie di cartelloni che rappresentano una chat tra due fidanzati, lo scopo è quello di far emergere come, anche in messaggi che sembrano innocui, si celi un sentimento violento che si mostra solo in determinate circostanze.
Foto della mostra

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Finita la mostra abbiamo pranzato tutti insieme e poi ci siamo dedicati al lavoro manuale in gruppo, dividendoci per classi e c’era chi puliva il giardino e chi sistemava la sala. Ci è stato spiegato che tutto quello che facciamo serve a rendere abitabile La Masseria per riutilizzarla a scopi socialmente utili, per esempio per dare un posto per vivere a chi non ce l’ha, come Takyu.

Invitiamo tutti a tornare alla Masseria per capire il valore di cose che diamo per scontato e per capire che per affrontare la mafia dobbiamo essere uniti e aiutarci gli uni con gli altri.

 

 

 

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